Da Bolaffi sono arrabbiati per la beffa subita sulla medaglia del Nobel a Quasimodo. E questa volta hanno ragione. Il ministro Franceschini aveva pubblicamente dichiarato che lo Stato era interessato a fare un’offerta e avrebbe partecipato all’asta. Dopo aver subito notificato il bene. Le due cose messe assieme hanno ovviamente sciolto come neve al sole i tanti potenziali clienti esteri interessati a fare offerte. Così la speranza che il prezzo finale salisse oltre i 150 mila euro è svanita.
Ecco il comunicato emesso dalla casa d’aste torinese:
È stata aggiudicata a 125 mila euro (diritti inclusi) la medaglia del Premio Nobel di Salvatore Quasimodo, battuta oggi pomeriggio all’asta da Bolaffi a Torino. Il lotto, che non può essere esportato in quanto sottoposto dal ministero a procedimento di dichiarazione di interesse culturale, è stato acquistato da un commerciante numismatico fiorentino presente in sala. Parte delle commissioni di vendita, pari a 20 mila euro, sarà devoluta da Bolaffi al finanziamento di una borsa di studio per un corso di laurea triennale a Milano, a vantaggio dello studente più meritevole dell’Istituto Tecnico “A. M. Jaci” di Messina, scuola che Quasimodo frequentò prima di stabilirsi nel capoluogo lombardo.
«Quello di oggi è un risultato importante per il mercato italiano. Lo è sebbene il procedimento del ministero abbia bloccato le offerte di compratori stranieri che, ancor prima dell’asta, superavano di più del doppio la cifra a cui la medaglia è stata aggiudicata, ma che, una volta avviata la procedura, sono state ritirate – dichiara l’Ad del Gruppo Bolaffi, Filippo Bolaffi – Sono sorpreso dal fatto che, dopo tanta enfasi mediatica, i rappresentanti del ministero siano venuti fin qui in sala senza alzare la paletta nemmeno una volta. Tuttavia, i giochi restano probabilmente aperti, visto che Alessandro Quasimodo ha ancora 45 giorni di tempo per presentare il ricorso annunciato, e non è escluso si unisca anche l’acquirente».